La ripresa economica del 2021 e il cambiamento qualitativo dell’export

La ripresa economica del 2021 e il cambiamento qualitativo dell’export

Il 2020 è stato un anno fortemente negativo per l’economia di tutto il mondo; a fine anno, il FMI aveva stimato una contrazione economica del -3,5% circa a livello globale. Nonostante la situazione critica dovuta alla recessione, si iniziano ad intravedere alcuni segnali positivi di ripresa economica per il 2021. Già a gennaio, in concomitanza con l’inizio della somministrazione del vaccino, la situazione ha iniziato a progredire in positivo. Tuttavia, la ripresa sarà inevitabilmente diseguale nelle diverse aree del mondo, a causa della differenza dell’impatto del virus nelle varie regioni geografiche e a causa della diversa capacità di reazione dei singoli Paesi.

Quali Paesi in vantaggio sulla ripresa economica?

Le nazioni che meglio hanno saputo gestire la diffusione del virus si trovano alla guida del rimbalzo economico del 2021. Al primo posto troviamo la Cina, che è riuscita non solo a ridimensionare le conseguenze della pandemia, ma anche a mantenere una crescita del 2% nel 2020; secondo le previsioni, quest’anno dovrebbe arrivare al 7-8%. Subito dopo la Repubblica Popolare Cinese si trovano gli altri Paesi emergenti dell’area asiatica, come Vietnam, Indonesia, Filippine, Malesia e Thailandia.

Anche per gli Stati Uniti ci sono buone aspettative, con previsioni di una crescita al 6%. Quest’ottimismo è dovuto in parte all’insediamento dell’amministrazione Biden, che ha in programma una serie di iniziative di impulsi fiscali. Resta indietro l’Eurozona; l’indebolimento economico è stato di una portata tale che gli effetti continueranno a vedersi nel 2021. L’impatto dell’epidemia ha particolarmente danneggiato le esportazioni all’interno dell’Unione Europea, che ricoprivano circa il 40% dell’export totale.

Export come motore della ripresa economica europea

Le esportazioni verso altri Paesi restano comunque fondamentali per la ripresa economica europea; i Paesi appartenenti all’ASEAN (Association of Southeast Asian Nations), nominati in precedenza, offrono sicuramente buone opportunità in questo senso. In particolare, grazie all’accordo di libero scambio stipulato tra Vietnam e UE nel 2020, l’ingresso delle imprese europee nei paesi della regione asiatica sarà facilitato. Questo accordo è stato definito uno dei più ambiziosi mai fatti tra l’UE e un paese emergente: prevede l’abolizione di gran parte dei dazi su beni e servizi, garantendo inoltre la creazione di un ambiente sicuro in cui gli scambi commerciali saranno agevolati.

Export italiano: l’importanza della qualità

All’inizio del 2000 era stato necessario un processo di riqualificazione dell’offerta italiana per contrastare la forte competizione della Cina e delle altre economie emergenti. Questo rimodernamento del sistema industriale ha permesso all’Italia di concentrarsi sull’export di beni dall’alto valore aggiunto, rivelandosi una strategia vincente. Infatti, grazie all’esportazione dei prodotti artigianali italiani, il nostro Paese è riuscito ad affermarsi con successo sulla scena commerciale internazionale.

Il “Made in Italy”, considerato sinonimo di qualità nel mercato globale, è un punto di forza indiscusso del nostro Paese. Nel 2019, il marchio si era posizionato al quinto posto a livello mondiale, raggiungendo un valore stimato di 96, 9 miliardi di dollari e crescendo del 14% rispetto al 2018. Secondo le previsioni, l’export italiano è destinato a risalire del 9,3% già nel 2021. Nei prossimi due anni si stima un ulteriore aumento del 5,1%, che porterebbe il valore della vendita di beni italiani all’estero a 510 miliardi nel 2023.

La domanda dei prodotti Made in Italy è in continua crescita sia nelle economie avanzate, che richiedono la maggior quantità di beni BBF (i cosiddetti beni “Belli e Ben Fatti”, esemplificativi dell’eccellenza italiana), sia nelle economie emergenti. Queste ultime, pur essendo di dimensioni minori, sono anche più dinamiche e offrono all’Italia la possibilità di aumentarvi le esportazioni.

Come pianificare il proprio progetto di export

L’aumento della richiesta di beni italiani di alta qualità conferma un trend visibile da alcuni anni a livello globale: i consumatori stanno mostrando una crescente preferenza per i prodotti di lusso. Tra i settori coinvolti in questa tendenza, che sta gradualmente cambiando la struttura del commercio globale in senso qualitativo, troviamo ad esempio moda, automotive, food e arredamento.

Prima di intraprendere un’attività di internazionalizzazione è bene fare analisi per scegliere i Paesi target sui quali indirizzare il proprio processo di export. Per sostenere le imprese nel proprio processo di internazionalizzazione Findelbarba propone il servizio GEO (Global Export Overview), grazie al quale l’impresa potrà valutare con attenzione la strategia di penetrazione commerciale in un nuovo mercato.

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